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2021-05-crowdtesting-Mondo-Red-Cos'è-Quando-Serve

Crowdtesting: che cos’è e quando serve

Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di crowdtesting, soprattutto nelle medie e grandi imprese.

Innanzitutto definiamo insieme di che cosa si tratta. Il crowdtesting è una metodologia di test utilizzata per analizzare App, Software e siti web prima dell’effettivo rilascio, al fine di rintracciare i possibili bug e verificare la qualità di touchpoint digitale.

Il mondo del web marketing diventa sempre di più user centric: la persona, con i suoi bisogni e desideri, è il centro di gravità su cui sviluppare qualsiasi progetto. Chi può essere più indicato, se non il tuo target di riferimento, a dirti come dovrebbero funzionare i tuoi prodotti, come dovrebbe essere sviluppato il tuo sito web oppure il tuo shop online?

Scopriamo maggiori informazioni nel corso dell’approfondimento.

Perché effettuare il crowdtesting è fondamentale

Tra il 2020 e il 2021 il ciclo di produzione del mondo digitale è diventato sempre più veloce.

Gli strumenti messi a disposizione dal web vanno accuratamente e costantemente collaudati, sia per individuare ed eliminare bug e difetti, sia per incontrare il gusto del pubblico e offrire una esperienza utente fluida in una situazione mutevole.

Facciamo un esempio pratico e quotidiano. Stai realizzando un nuovo sito web, dotato di e-commerce.

Nella fase di sviluppo, sicuramente qualcosa potrebbe esser tralasciato, o non adeguatamente progettato. Perché?

Per il semplice fatto che a forza di lavorarci, ci si potrebbe convincere che (ad esempio) un invito all’azione, tecnicamente conosciuto come call to action, sia adeguatamente posizionato, oppure che un flusso che dovrebbe condurre a una conversione sia ben progettato, quando in realtà questo aspetto non corrisponde al reale.

L’obiettivo del crowdtesting

Il crowdtesting ha l’obiettivo di verificare come target di riferimento riesce effettivamente a utilizzare, per le finalità stabilite, l’app, il chatbot o il sito web che è stato sviluppato. Ad esempio, si osserva se il tester è in grado di completare con facilità e senza intoppi una procedura d’acquisto su una piattaforma di e-commerce, o un’operazione di pagamento su un’app di online banking.

Nella propria esperienza d’uso, il collaudatore può anche verificare se la app è troppo lenta in fase di caricamento, e se le prestazioni di esecuzione dell’operazione non sono adeguate.

Il crowdtesting, se effettuato in modo ottimale,  dovrebbe quindi portare a:

  • L’identificazione di Bias cognitivi;
  • Risultati di ricerca più accurati;
  • Una migliore User Experience.

Gli aspetti sottovalutati

In Italia è stato costatato come gli utenti abbiano uno stile di navigazione mobile first per accedere a internet.

Lo smartphone si usa soprattutto per accedere ad app e siti web, o per contattare aziende di cui si è clienti. Su app e siti mobile vi sono però inconvenienti che ostacolano la navigazione e una fluida fruibilità di funzioni e servizi. Ad esempio, talvolta l’utente è costretto a compilare form troppo lunghi, o stenta a identificare subito link, touch target, funzioni di ricerca. Evitare tali problemi, e rendere app e siti più “mobile friendly” è fondamentale, perché, indica l’Osservatorio, il 48% degli utenti prova frustrazione su siti non intuitivi; in aggiunta, per colpa di bug o problemi di “user experience”, l’80% delle app vengono disinstallate dopo un solo utilizzo.

Continua a seguire le nostre news per non perderti gli aggiornamenti del mondo digital.

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