Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di crowdtesting, soprattutto nelle medie e grandi imprese.
Innanzitutto definiamo insieme di che cosa si tratta. Il crowdtesting è una metodologia di test utilizzata per analizzare App, Software e siti web prima dell’effettivo rilascio, al fine di rintracciare i possibili bug e verificare la qualità di touchpoint digitale.
Il mondo del web marketing diventa sempre di più user centric: la persona, con i suoi bisogni e desideri, è il centro di gravità su cui sviluppare qualsiasi progetto. Chi può essere più indicato, se non il tuo target di riferimento, a dirti come dovrebbero funzionare i tuoi prodotti, come dovrebbe essere sviluppato il tuo sito web oppure il tuo shop online?
Scopriamo maggiori informazioni nel corso dell’approfondimento.
Perché effettuare il crowdtesting è fondamentale
Tra il 2020 e il 2021 il ciclo di produzione del mondo digitale è diventato sempre più veloce.
Gli strumenti messi a disposizione dal web vanno accuratamente e costantemente collaudati, sia per individuare ed eliminare bug e difetti, sia per incontrare il gusto del pubblico e offrire una esperienza utente fluida in una situazione mutevole.
Facciamo un esempio pratico e quotidiano. Stai realizzando un nuovo sito web, dotato di e-commerce.
Nella fase di sviluppo, sicuramente qualcosa potrebbe esser tralasciato, o non adeguatamente progettato. Perché?
Per il semplice fatto che a forza di lavorarci, ci si potrebbe convincere che (ad esempio) un invito all’azione, tecnicamente conosciuto come call to action, sia adeguatamente posizionato, oppure che un flusso che dovrebbe condurre a una conversione sia ben progettato, quando in realtà questo aspetto non corrisponde al reale.
L’obiettivo del crowdtesting
Il crowdtesting ha l’obiettivo di verificare come target di riferimento riesce effettivamente a utilizzare, per le finalità stabilite, l’app, il chatbot o il sito web che è stato sviluppato. Ad esempio, si osserva se il tester è in grado di completare con facilità e senza intoppi una procedura d’acquisto su una piattaforma di e-commerce, o un’operazione di pagamento su un’app di online banking.
Nella propria esperienza d’uso, il collaudatore può anche verificare se la app è troppo lenta in fase di caricamento, e se le prestazioni di esecuzione dell’operazione non sono adeguate.
Il crowdtesting, se effettuato in modo ottimale, dovrebbe quindi portare a:
- L’identificazione di Bias cognitivi;
- Risultati di ricerca più accurati;
- Una migliore User Experience.
Gli aspetti sottovalutati
In Italia è stato costatato come gli utenti abbiano uno stile di navigazione mobile first per accedere a internet.
Lo smartphone si usa soprattutto per accedere ad app e siti web, o per contattare aziende di cui si è clienti. Su app e siti mobile vi sono però inconvenienti che ostacolano la navigazione e una fluida fruibilità di funzioni e servizi. Ad esempio, talvolta l’utente è costretto a compilare form troppo lunghi, o stenta a identificare subito link, touch target, funzioni di ricerca. Evitare tali problemi, e rendere app e siti più “mobile friendly” è fondamentale, perché, indica l’Osservatorio, il 48% degli utenti prova frustrazione su siti non intuitivi; in aggiunta, per colpa di bug o problemi di “user experience”, l’80% delle app vengono disinstallate dopo un solo utilizzo.