È sempre più alto il numero delle aziende sanitarie che si affida al mondo digitale non solo per divulgare informazioni ma anche per pubblicare veri e propri contenuti a scopo pubblicitario.
A questo proposito, però, nell’attuale emergenza pandemica, è nata una controversa eccezione che riguarda l’advertising delle mascherine.
Alcune aziende sanitarie che producono dispositivi medici e di protezione, negli ultimi mesi hanno riscontrato dei grossi problemi con l’advertising delle mascherine online.
Cerchiamo di analizzare insieme questa questione, partendo dal quadro normativo che regola la pubblicità dei dispositivi medici, fino ad arrivare alle ultime restrizioni poste dai colossi del web, come ad esempio Google o il gruppo Facebook.
Ai sensi del D.L. 46/1997 (successivamente aggiornato con modifiche dal D.L. 271/2002, dalla L. 14/2003 e dal D.L. 37/2010) è vietata la pubblicità per tutti quei dispositivi medici che possono essere venduti soltanto con prescrizione medica o comunque utilizzati con l’assistenza di un professionista.
Tutti gli altri, che non rientrano in questa categoria, possono essere ritenuti oggetto di pubblicità, utilizzando, però, dovute accortezze.
Si intende che è proibito l’utilizzo di immagini e testi che non rappresentino il prodotto con onestà e trasparenza: ovvero non si può tassativamente attribuire al dispositivo caratteristiche o proprietà di cui è privo e non si possono proporre funzioni differenti da quelle per cui è stata ottenuta la conformità.
L’eccezione dell’advertising delle mascherine
Compreso quindi che i prodotti di un’azienda sanitaria possono essere promossi sul web, a patto che si eviti la pubblicità ingannevole, nell’attuale situazione di emergenza pandemica, però, l’advertising delle mascherine si è dimostrato essere un’eccezione.
Purtroppo, in un momento così delicato, le informazioni sul web relative alla diffusione del virus Covid19 sono diventate incontrollabili e in alcuni casi false e fuorvianti.
Senza contare che si è creato un vero e proprio mercato poco lecito, con prezzi spesso esorbitanti, dei dispositivi di protezione individuale che tutti noi siamo obbligati ad indossare.
Nel momento in cui le piattaforme pubblicitarie dei colossi del web hanno notato un incremento di venditori sospetti che cercavano di trarre un profitto scorretto dall’epidemia mondiale, l’advertising delle mascherine ha iniziato ad essere ostacolato.
Il portavoce di Google ha dichiarato che, dal mese di gennaio 2019, sono stati bloccati centinaia di migliaia di annunci pubblicitari riguardanti la vendita di prodotti legati al Covid19.
Lo scopo è quello di scoraggiare la diffusione di informazioni errate da fonti non autorevoli e proteggere così gli utenti finchè la situazione pandemica non riesca a ridimensionarsi.
Così facendo, a livello pratico, è stata vietata temporaneamente ogni forma di pubblicità relativa alla vendita di mascherine protettive.
La stessa scelta è sostenuta anche dal gruppo Facebook e da Microsoft.
Se la vostra azienda rientra tra le attività che producono mascherine di protezione di qualità, certificate nel rispetto degli standard definiti dalla legge, allora occorrerà valutare una valida alternativa ai classici annunci ads, alle sponsorizzate di Instagram e alle campagne Facebook standard.
Per fare questo è necessario il supporto di professionisti dell’advertising digitale: noi siamo a vostra disposizione, non esitate a contattare Mondo Red cliccando semplicemente qui.